Barbara Valentini Markas

Chi si prende cura della tua sicurezza alimentare?

07.06.2025 - Italia

Dietro ogni pasto sicuro, c’è l’impegno silenzioso di chi lavora con attenzione e responsabilità. In Markas, garantire pasti sani, sicuri e di qualità non è solo un obbligo normativo, ma un gesto quotidiano di cura. Per raccontarlo, abbiamo chiesto a Barbara Valentini, Food Safety & Hygiene Manager, di accompagnarci dietro le quinte del mondo della sicurezza alimentare.

In questa intervista, Barbara condivide la sua esperienza pluriennale nel settore, ci spiega le sfide che affronta ogni giorno e ci offre spunti preziosi che ognuno di noi può mettere in pratica, anche a casa.

Un’occasione per scoprire quanto lavoro, competenza e attenzione si nascondano dietro ogni piatto servito.
Com’è iniziato il tuo percorso e come sei arrivata al ruolo che ricopri oggi?

Ho iniziato come dietista per poi laurearmi in scienze della nutrizione e gastronomia: una formazione che mi ha dato basi solide in nutrizione e salute. Nei primi anni nella ristorazione collettiva ho potuto mettere subito in pratica le mie competenze, confrontandomi con le sfide quotidiane del settore.

Recentemente, e grazie al supporto di Markas, ho potuto frequentare un master in Food Safety Management, che mi ha permesso di crescere ulteriormente, consolidando le mie competenze e conoscenze in merito ai numerosi sistemi di gestione della qualità e della sicurezza alimentare.

Oggi, dopo oltre 30 anni di esperienza, da più di 10 anni mi occupo proprio di questo: elaborare procedure e sistemi di controllo atti a garantire che ogni pasto servito rispetti standard elevati di qualità e igiene. Un lavoro che richiede attenzione, aggiornamento continuo e una forte passione per ciò che facciamo ogni giorno.
 
Cosa fa un Food Safety & Hygiene Manager?

Mi occupo di sviluppare sistemi di gestione basati sull’analisi del rischio atti a garantire che ogni fase, dalla produzione alla distribuzione degli alimenti, rispetti le normative igienico-sanitarie. Il sistema HACCP è il punto di partenza: un po’ come avere la patente per guidare, ci permette di identificare e controllare i punti critici del processo alimentare.

Insieme al mio team, supervisiono ciò che accade nelle cucine, collaboro con fornitori e produttori, redigo procedure in sinergia con altri reparti e mi assicuro che vengano applicate correttamente in ogni struttura. Coordiniamo ispezioni interne, organizziamo sessioni di formazione per il personale — sono convinta che la sicurezza alimentare cominci dalle persone — e, quando necessario, richiediamo analisi di laboratorio sulle materie prime che utilizziamo compresa l’acqua erogata e utilizzata nei centri cottura.

Il nostro obiettivo è uno solo: garantire pasti sani, sicuri ed equilibrati. Lavoriamo in ottica di prevenzione, analizzando i rischi, proponendo soluzioni concrete e promuovendo ogni giorno una vera cultura della sicurezza alimentare.
Anche nella vita quotidiana fai attenzione alla sicurezza alimentare? Ci fai qualche esempio?

Ad esempio, quando faccio la spesa controllo sempre le etichette e le date di scadenza e per questo cerco di organizzare la dispensa in  casa in modo da consumare tutto nei tempi giusti ed evitare sprechi. Non lascio mai i cibi cotti a temperatura ambiente: appena si intiepidiscono, li metto in frigorifero. Inoltre, mi assicuro che siano ben cotti, per evitare qualsiasi rischio.

Presto molta attenzione anche alla pulizia: mi lavo sempre le mani tra una preparazione e l’altra, soprattutto quando lavoro con alimenti crudi e cotti, per evitare contaminazioni crociate. E da ultimo, ma non per questo meno importante, cerco di avere sempre la cucina pulita e in ordine.

Naturalmente, c’è una grande differenza tra ciò che faccio a nella mia vita quotidiana e la mia professione. Nel quotidiano la responsabilità è personale, ma nella ristorazione collettiva ci prendiamo cura della salute di migliaia di persone. Persone con bisogni diversi, che hanno difese immunitarie differenti, con allergie, intolleranze e propri equilibri alimentari. È un ambito complesso, che richiede grande attenzione e competenza — e per me rappresenta una responsabilità davvero importante.

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